APS Sud – est Donne

Breve Descrizione dell’Associazione

L’APS Sud-est Donne nasce oltre un decennio fa per iniziativa di un gruppo di donne diversamente impegnate nel mondo del lavoro, della cultura, dell’impegno civile e sociale con l’obiettivo di promuovere la piena cittadinanza delle donne, rimuovendo gli ostacoli che ne limitano libertà e autodeterminazione. Attualmente il nostro impegno è prevalentemente centrato sulla prevenzione e contrasto della violenza di genere, e siamo coinvolte sia con piena titolarità che in rete con altre organizzazioni di donne  nella gestione di Centri Antiviolenza attivi in sette ambiti territoriali pugliesi. Tra i servizi offerti dai nostri CAV uno spazio significativo è quello delle attività di sensibilizzazione e formazione, anche con l’organizzazione di laboratori in collaborazione con le scuole e altre agenzie socio-educative.

Territori di intervento

ambiti sociali di: Martina Franca- Taranto- Manduria- Ginosa- Putignano_ Gioia del Colle- Grumo Appula

Partner eventuali
Descrizione modulo di intervento
OBIETTIVI

“Pari è meglio che dispari: stereotipi e pregiudizi mella didattica e nelle pratiche di orientamento

Obiettivi

OBIETTIVI PEDAGOGICI GENERALI

La relazione educativa tra docente e alunno/a , fondata su reciprocità e asimmetria di ruoli è tutt’altro che neutra e immune da processi inconsapevoli di etichettamento e stereotipizzazione.  Ne sono prova le ricerche sulle distorsioni della valutazione prodotte da stereotipi e pregiudizi: i biases da categorizzazione, autoconvalida, conferma comportamentale (effetto Pigmalione). Il peso di tali processi è particolarmente rilevante nella relazione interpersonale con soggetti in età evolutiva, che spesso assume le caratteristiche di una vera e propria relazione d’aiuto. Diviene così molto alto il rischio di discriminare chi non corrisponde alle attese sociali relative per esempio al genere biologico, e/o di invisibilizzare caratteristiche, bisogni e risorse soggettive dell’altro.

Le pratiche didattiche, con il corollario di strumenti del sapere codificato, tendono a accentuare un’idea sterotipata della costruzione della conoscenza, presentandola come frutto della presenza storica dell’uomo nella vita sociale e culturale, e rimuovendo pressochè totalmente il contributo delle donne in tutti gli ambiti del sapere. Gli spunti offerti dal progetto PO.LI.TE., che dal 1998 , sulla scia della Conferenza mondiale dell donne di Pechino propone con documenti di estrema attualità che i libri di testo promuovano le pari opportunità di genere.

Ancora nel 2010, in piena ondata di femminicidi, violenze, stupri, le donne nei libri di scuola usati dai bambini più piccoli le donne sono ignorate, o rese soggetti totalmente marginali. «Ma come, scusi, io questi libri non li ho mai visti…», esordisce sempre qualche insegnante durante i corsi di formazione tenuti da Irene Biemmi, pedagogista, ricercatrice e docente di Pedagogia sociale presso il Dipartimento di Scienze della formazione e psicologia dell’Università di Firenze. Biemmi è autrice di uno studio dirompente, realizzato nel 2010 e pubblicato nel libro Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari di Rosenberg & Sellier.

Le ricerche più recenti, confermano l’impermeabilità di autori e editori alle esigenze di contrastare il sessismo esplicito e implicito di cui sono portatori molti testi scolastici.

Il mondo sembra abitato prevalentemente da uomini, a loro tra l‘altro sono affidate la maggior parte delle professioni, oltre 80 tipologie diverse (dal re, al medico, pittore, esploratore, scienziato, poeta marinaio, sindaco, ecc), alle donne solo 23 ( mamma, maestra, strega, principessa, fata, commessa, infermiera , cameriera, ecc).

Biemmi fa presente anche che l’aggettivazione attribuita ai due generi risente del sessismo di fondo: i maschi sarebbero audaci, forti, valorosi, coraggiosi, seri, duri, impudenti, autoritari…le femmine vengono rappresentate come afffettuose e apprensive, buone, docili e servizievoli, ma anche pettegole, invidiose, antipatiche, vanitose, smorfiose. Insomma, il terreno di coltura per il rafforzamento dello stereotipo di maschio potente, a volte violento  versus femmina debole e docile è pronto. E si insinua nel lavoro in classe e nelle relazioni educative.

Inevitabilmente, con gli anni, e con il cristallizzarsi delle rappresentazioni offerte dai testi, dai media, dalle esperienze sociali di docenti e alunni/e, anche le pratiche di orientamento risentono della stratificazione di distorsioni nella valutazione e ancora di uno sguardo confusivo sul sistema complesso di aspettative sociali e caratteristiche originali e uniche di quel ragazzo, di quella ragazza. 

ATTIVITA’

Gli incontri saranno destinati a docenti di scuole di ogni ordine e grado

I primi tre incontri saranno centrati sull’avvio di un processo di autoriflessività sulle relazioni educative e sulle pratiche didattiche  con l’obiettivo di far emergere  comportamenti, attese, scelte e valutazioni condizionati in varia misura  da pregiudizi e stereotipi-

Si proporranno:

  • Attività ludiche e ludico- espressive sul tema degli stereotipi nella vita quotidiana: dallo svelamento di alcuni meccanismi di generalizzazione al loro impatto nella relazione interpersonale
  • Esercizi individuali e in coppia sul riconoscimento di pregiudizi e distorsioni di valutazione
  • Esercizi di analisi delle rappresentazioni dei contenuti, personaggi e immagini dei libri di testo con una riflessione sulle dinamiche di amplificazione sociale dei pregiudizi, in particolare quelli relativi a sesso, origine etnica, età, orienamento sessuale

I due incontri successivi punteranno alla condivisione e alla metariflessione sulla valenza orientativa dei saperi e della didattica, per migliorare l’apporto formativo di ciascun docente al percorso di conoscenza di sé di alunni/e e della loro capacità di operare scelte libere e autonome.

– si proporrà un breve percorso di scrittura e narrazione  autobiografica :

“I corpi, la sessualità, gli stereotipi di genere, i sentimenti, la relazione con l’altro, il diverso, hanno nella scuola il loro teatro primo- insieme alla famiglia-, ma anche il loro inquadramento secondo norme di ordine e disciplina. Restano perciò il “sottobanco”, anche se segnalano vistosamente la loro presenza, i loro interrogativi, la loro vitalità… Come far sì che il “narrare di sé” diventi nella scuola un momento formativo? È indispensabile, per questo, che l’insegnante abbia acquisito egli stesso famigliarità col mondo interno, l’abitudine all’autocoscienza -cura e conoscenza di sé-, così come è importante la dimensione collettiva. Lo sguardo dell’altro vede là dove noi siamo ciechi, può contraddirci, mostrare la nostra complicità con modelli interiorizzati a nostra insaputa.” (Lea Melandri, in LA MEMORIA DEL CORPO NELLA SCRITTURA DI ESPERIENZA- Minima & Moralia)

attraverso la condivisione delle esperienze, portate alla consapevolezza attraverso la pratica autobiografica si avvierà  la riflessione sulle  ricadute del proprio sé anche all’interno dellle relazioni educative , del proprio rapporto con i saperi, delle proprie aspettative rispetto alle scelte future di ragazzi /e.

TARGET

Percorso laboratoriale rivolto a docenti di scuole di ogni ordine e grado, per moduli di max 15/20 partecipanti, per un totale di 12 ore (quattro incontri di 3  ore ciascuno)

METODOLOGIE

iIl percorso sarà fortemente centrato su metodologie ad alto grado di interazione tra i partecipanti, in un clima che privilegerà l’ascolto reciproco,  la sospensione del giudizio e la valorizzazione delle esperienze , cognitive e emozionali , di ciascuno/a. La proposta di brevi suggestioni video/per immagini o brevi testi costituirà l’enzima per attivare processi cii autoriflessivitò e consapevolizzazione del ruolo e dell’invasività di stereotipi e pregiudizi nella relazione educativa. Il debriefing dopo ogni attività farà da spazio e occasione di condivisione e sedimentazione delle  osservazioni , dei vissuti e delle prospettive di cambiamento, personali e collettive.

STRUMENTI

Uno spazio sufficientemente ampio da consentire ai partecipanti di occupare un setting circolare e di muoversi liberamente nelle attività ludiche; materiali di facile consumo: cartoncini colorati, pennarelli, colla, fogli di giornale…; lavagna a fogli; materiale per videoproiezione e microfonia.

– Libri di testo di scuole di ogni grado

-Materiali video sui temi della didattica di genere e dell’orienatmento di genere

Conduzione a cura di

Rosy Paparella

Numero ore a modulo:

15

Numero utenti a modulo:

15/20 Insegnanti e /o educatori

Costo totale del modulo:

900 euro

Eventuale cofinanziamento

166 euro