CAT Cooperativa Sociale
Breve Descrizione dell’Associazione

CAT è una Cooperativa Sociale presente da trent’anni sul territorio Fiorentino, ha al suo interno varie aree che coprono diversi ambiti di intervento; dai servizi all’infanzia e all’adolescenza passando per la prevenzione di fenomeni come tratta e prostituzione fino ad arrivare al settore della violenza genere, che la cooperativa ha inaugurato tre anni fa.

Alessia Dulbecco è una pedagogista e counselor professionista. Lavora dal 2015 all’interno di CAT e dal 2016 è responsabile dell’area Violenza di Genere. Ha una formazione specifica attorno agli studi di genere (corso di Perfezionamento Post Universitario presso Università degli Studi di Firenze, Pedagogia di genere) e lavora dal 2011 come operatrice all’interno di numerosi centri antiviolenza (Imperia, Genova, Prato). Dal 2016 al 2019 ha coordinato il Centro Antiviolenza Liberetutte di Montecatimi T.me (PT). E’ formatrice e ha curato la formazione su queste tematiche di vari gruppi di lavoro (“che genere di scuola”, evento a cura di Famiglie Arcobaleno Genova; formazione per Rete Donne e Politica, Genova ). Si occupa da sempre di progetti formativi sul tema del rispetto e dell’educazione affettiva.

Territori di intervento

Firenze

Partner eventuali

Descrizione modulo di intervento
OBIETTIVI

Obiettivi pedagogici generali

La “rivoluzione digitale”, avviata da metà degli anni ’90, sta producendo negli ultimi anni le sue conseguenze più significative. In particolare, la diffusione di smartphone, tablet e videogames connessi a internet ha reso di facile fruizione il mondo dei social e del virtuale anche ai minori. Il fenomeno sembra essere particolarmente rilevante e in grado di coinvolgere non solo gli adolescenti, ma anche i bambini: Telefono Azzurro, ad esempio, rileva che nell’A.S. 2015-2016 sono aumentate le segnalazioni che hanno visto come vittime di cyberbullismo anche bambini/e tra i cinque e i sei anni. Ciò è dovuto al fatto che i bambini/e entrano in contatto con i media device già nel corso del primo anno di vita, quando i genitori li impiegano soprattutto allo scopo di calmare i figli dopo il pianto. Un altro studio –  condotto da SOS Telefono azzurro e Doxakids nel 2016 – pone l’accento sui rischi connessi all’uso così precoce degli strumenti digitali: quattro minori intervistati su cinque (73%) dichiarano di frequentare costantemente siti pornografici e il 28% di loro teme di diventarne dipendente, mentre 1 su 10 (11%) conosce qualcuno che ha fatto sexting (invio di messaggi sessualmente espliciti o immagini inerenti al sesso). I bambini entrano quindi con grande facilità a contatto con contenuti non pensati per loro e, proprio perché inadatti alla loro età, li fruiscono in modo inconsapevole.

La rete e i suoi contenuti espongono i minori a conseguenze anche sul piano personale e relazionale. I bambini che si espongono ai contenuti veicolati dai media (dalle pubblicità, al fenomeno degli “youtubers” fino ad arrivare ai protagonisti dei giochi online, ad esempio l’ormai celebre “fortnite”) sono portati a formarsi seguendo stereotipi inerenti la sessualità, il proprio genere e i rapporti interpersonali, in particolare con l’altro sesso.

Il percorso ha quindi come finalità quello di lavorare sull’immagine di uomini e donne e/bambini/e e ragazzi/e che i media diffondono allo scopo di acquisirne una visione critica, consapevole e libera da visioni stereotipate. L’obiettivo finale è, quindi, quello di contribuire alla formazione dei minori coinvolti nel progetto, educandoli a vedere oltre gli stereotipi, sviluppando un’immagine di sé positiva, rafforzandone l’autostima e valorizzando la propria conformazione fisica, i propri gusti personali, le proprie aspirazioni indipendentemente dagli “standard” veicolati dai media.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO

Rimuovere gli ostacoli, che limitano la consapevolezza del proprio sé, delle proprie capacità e della propria soggettività, per favorire uno sviluppo armonico della personalità e un potenziamento dell’autostima.

Educare a una visione critica degli standard proposti dai media in merito a ciò che i bambini e le bambine dovrebbero essere/dovrebbero fare.

Contrastare pregiudizi e stereotipi legati ai ruoli maschili e femminili.

Promuovere e sostenere le pari opportunità nella vita scolastica e, in prospettiva, in quella lavorativa.

Valorizzare le diversità di genere in tutti i contesti (sociali, culturali ed economici)

Prevenire fenomeni di discriminazione; valorizzare ogni tipologia di differenza (culturale, religiosa, sociale…)

ATTIVITA’

Il progetto prevede un primo incontro di tre ore con gli/le insegnanti della classe coinvolta finalizzato ad assicurarne un loro effettivo coinvolgimento e successivamente quattro incontri con il gruppo classe (alunni+docenti).

primo incontro con insegnanti (3h)

Si tratta di un incontro/seminario introduttivo finalizzato a rendere gli insegnanti effettivamente coinvolti. Rappresenta lo spazio entro il quale sviluppare un’alleanza educativa con le formatrici, motivarli fornendo loro dati ed indicazioni in merito alla rilevanza dell’argomento. L’incontro fornisce anche spazio per acquisire nuove informazioni in merito ai fenomeni in oggetto e alla media education (che cos’è il cyberbullismo, i segnali per il suo possibile riconoscimento, cosa è il sexting e le altre forme di adescamento online).

L’attività effettiva con il gruppo classe è organizzata attraverso la strutturazione di un laboratorio che prevede un percorso di approfondimento interattivo su alcuni concetti chiave particolarmente significativi quando si parla di genere, discriminazioni e rispetto delle differenze.

Primo incontro con la classe (3h)

Nel primo incontro le formatrici si presentano al gruppo classe grazie all’uso di giochi d’interazione a cui segue la condivisione/restituzione per favorire un primo approccio interattivo e di educazione allo scambio reciproco, nel rispetto delle idee ed opinioni espresse dall’altro/a.

Si effettua poi una prima introduzione agli argomenti trattati a partire dalla somministrazione di un questionario per comprendere l’uso che i ragazzi/e coinvolti fanno dei media device e, eventualmente, dei social network. Successivamente si introduce il gruppo classe al tema degli stereotipi di genere e altre possibili discriminazioni della società in cui viviamo, attraverso strumenti multimediali (foto, video, privilegiando però i loro racconti e gli esempi da loro portati).

Secondo incontro con la classe (2h)

Il secondo incontro si avvia partendo da un momento di focus rispetto a quanto fatto nell’incontro precedente allo scopo creare spazio per la condivisione e il confronto delle proprie esperienze personali e delle proprie idee. Proprio a partire dalle esperienze personali le formatrici aiuteranno i ragazzi a riconoscere le differenze di genere legate ai personaggi, rispetto al ruolo sociale che la figura maschile e femminile ricopre nella realtà.

Terzo incontro con la classe(2h)

L’ultimo incontro si concentra sulla possibilità di costruire, positivamente,  visioni alternative ai modelli relazionali ed individuali proposti dai media. L’obiettivo è quello di costruire un “prontuario” di buone regole da ricordare per l’utilizzo consapevole dei social network, soprattutto in rapporto alla presenza degli altri (es. non critico l’altro per il suo aspetto, non scherniscono l’altra se è robusta, non diffondo materiale a contenuto sessuale ricevuto o condiviso da amici o altri contatti …).

Quarto incontro con la classe (2h)

Si tratta dell’incontro conclusivo dedicato a riassumere agli studenti il senso del lavoro svolto, accogliere domande ed eventuali criticità, sottoporre questionario di gradimento per la verifica dei risultati.

TARGET

Il percorso laboratoriale si rivolge agli alunni/e della scuola media di primo grado. Il percorso coinvolge massimo 25 alunni/e e le insegnanti del gruppo classe

METODOLOGIE

L’intervento, uguale concettualmente sia per gli alunni e le alunne della scuola primaria che secondaria, sarà diverso strutturalmente nell’approccio, negli strumenti e nelle tecniche. Viene privilegiato un approccio prevalentemente operativo e cooperativo che motivi gli alunni, stimolando la riflessione e l’analisi in modo da consentire la maggiore creatività possibile e affinché tutti, al di là delle singole capacità, possano partecipare attivamente ai lavori, utilizzando tutte le tecniche: dalla simulazione al problem solving, dallo studio individuale al brainstorming. Si ha cura, a tale proposito,  di attuare una metodologia progressiva che vada dal semplice al complesso: dalla raccolta dei dati esperienziali, alla conoscenza degli stessi; dalla comprensione alla comparazione delle tematiche nel loro complesso; dall’elaborazione dei dati alla rielaborazione critica; fino alla sintesi di conoscenze e alle competenze comunicative non solo scritte ma anche verbali e non verbali. L’educazione alle differenze deve essere strutturata secondo le competenze cognitive e relazionali dello specifico gruppo, attraverso l’utilizzo di metodologie attive che coinvolgano tutti in un compito condiviso. I giochi di cooperazione, le situazioni reali simulate, il lavoro di gruppo, il “mettersi nei panni..”, “far finta di..”, favoriscono un buon clima di gruppo, stimolano la fiducia, la comunicazione e la socializzazione.

Sono tutte strategie che permettono quindi di contrastare pregiudizi, anche non dichiarati, e modelli sociali negativi. Uno stimolo in più è dato dall’utilizzo di modalità di comunicazione crossmediale, che valorizzano i contributi e le abilità di ogni studente. Ogni attività, se condotta con le modalità evidenziate prima, permette di accompagnare gli studenti a nuovi vissuti di “rispetto delle differenze”.

Al gruppo coinvolto verrà fatto notare che dichiarare di essere a favore della parità non basta, occorre praticarla ogni giorno, rispettando la diversità altrui. È importante che gli alunni riflettano sul fatto che un valore è tale quando si traduce in azioni, piccole o grandi che siano e che la diversità di ognuno é una risorsa, uno strumento di scambio e di crescita e non un ostacolo. È importante far loro capire che identità e diversità sono concetti complementari ed ognuno può interpretare ruoli diversi,  arricchendosi di volta in volta di nuove consapevolezze. In questa esperienza l’interazione diventa un terreno fertile, solo così si può raggiungere la convivenza democratica e pacifica, arricchita da quel dibattito di idee che rende vitale la democrazia, costruttivo il confronto e creativa la società. E’ nella scuola che nasce la curiosità e l’interesse per l’altro, unica arma capace di combattere l’intolleranza, senza annullare le differenze e soprattutto senza appiattirle con l’indifferenza.

Nell’impostazione dell’intervento le educatrici guidano l’attività durante la quale valorizzeranno e stimoleranno le attitudini individuali alla socializzazione e alla collaborazione di gruppo e, pur mantenendo la piena attenzione alle esigenze di tutti/e, favoriranno in modo l’inserimento e la socializzazione dei ragazzi in situazione di fragilità e/o svantaggio.

STRUMENTI

Giochi di gruppo e conoscenza, giochi di fiducia, brainstorming, role playing, ascolto e lettura di testi di canzoni, immagini video, sessiste e relative immagini non sessiste (per poter effettuare un paragone).

Conduzione a cura di

Le attività saranno condotte, in compresenza, da due operatrici con documentata professionalità ed esperienza nello svolgimento di attività educative con la fascia di età 11-18 anni:

1 Pedagogista, con il ruolo di conduzione delle attività,

2 Un’educatrice, con il ruolo di facilitatrice delle attività

Numero ore a modulo:

Ogni modulo si compone di un totale di 32 ore (in compresenza), così suddivise:

· 3 ore di seminario ai docenti

· 9 ore di docenza frontale

· 0,30 ore di verifica intermedia (con i docenti)

· 0,30 ore di valutazione finale (con i docenti)

· 3 ore backoffice (predisposizione attività)

Numero utenti a modulo:

una classe max 25 alunni/e

Costo totale del modulo:

850 euro +iva 5%

Eventuale cofinanziamento